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Testimoni di Geova: lo scandalo pedofilia (video)

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[ immenso blog ]

Scandalo Testimoni di Geova: in Australia grazie ad un’indagine governativa scoperti 1000 casi di abusi su minori non denunciati.

 

pedofilia testimoni di geovaBorsa, Bibbia, giacca e cravatta. Questa è l’immagine che molti di noi hanno dei Testimoni di Geova. Conosciuti per la loro rigida applicazione dei principi biblici nella vita, per la predicazione della Buona Notizia e per il rifiuto delle trasfusioni di sangue, nel corso degli anni i Testimoni di Geova si sono fatti la reputazione di persone rispettose, laboriose e oneste.

Proprio per questo motivo le recenti vicende che stanno interessando i Testimoni di Geova in Australia hanno destato molto interesse sui quotidiani di tutto il mondo. Secondo quanto rivelato dall’indagine della commissione governativa australiana avviata il 21 luglio 2015, i Testimoni di Geova hanno gestito internamente, non denunciando alle autorità competenti australiane, almeno 1000 casi di abusi su minori avvenuti a partire dal 1950.

I leader spirituali del Movimento, già da tempo consci del problema, hanno cercato e stanno tutt’ora cercando di sensibilizzare gli oltre 8 milioni di Testimoni di Geova prima che la cosa diventi di dominio pubblico. Attraverso alcune parti all’interno dei programmi presentati sulla Web Tv del Movimento, hanno cercato di sminuire il problema e pur evitando di menzionare episodi specifici hanno liquidato come “false storie inventate da ex aderenti” le accuse secondo cui la loro Organizzazione sarebbe permissiva nei confronti di chi abusa di un minore.

 

Nel programma video preparato per il mese di Luglio ad esempio, uno dei responsabili spirituali del Movimento, il Signor Anthony Morris, ha voluto parlare degli abusi sui minori, profondendosi in lodi sui modi in cui nel corso del tempo la Congregazione ha istruito i genitori su come proteggere i propri figli dai predatori sessuali. Fra le altre cose ha dichiarato che la priorità della Congregazione è sempre stata quella di proteggere i minori e che a tal riguardo “Possiamo essere fieri della nostra reputazione“.

(ecco il link ufficiale al video sottotitolato in italiano, il discorso sugli abusi inizia al minuto 42: http://tv.jw.org/#video/VODStudio/pub-jwb_201507_1_VIDEO )

 

Il fatto che questo spinoso argomento sia stato affrontato nel programma mensile di luglio e che l’indagine governativa australiana iniziasse proprio il 21 luglio lascia intendere che la cosa sia stata fatta con l’intenzione di iniziare a preparare i fedeli a quanto sarebbe accaduto di lì a poco.

A partire dal 21 luglio con l’inizio dell’indagine della commissione governativa australiana sono emersi alcuni dettagli imbarazzanti per la Chiesa dei Testimoni di Geova. Dal 1950 si è appurato tramite testimonianze e documenti analazzati che 1006 casi relativi ad abusi su minori non sono stati comunicati alle autorità competenti.

Oltre a numerosi responsabili e Anziani (Pastori) della Chiesa, in data 14 agosto la Commissione ha potuto interrogare Geoffrey Jackson, un membro del Corpo Direttivo, l’organo collegiale composto attualmente da 7 uomini che secondo le credenze della Chiesa è responsabile della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova in quanto a questioni dottrinali e organizzative.

Il resoconto di questo interrogatorio è stato trasmesso in live streaming e trascritto in un documento ufficiale che è possibile scaricare qui http://www.childabuseroyalcommission.gov.au/downloadfile.ashx?guid=5d6d5636-001a-4e8e-84b2-2d8338ec25fa&type=transcriptpdf&filename=Transcript-%28Day-155%29&fileextension=pdf

Nella conversazione si è finiti per menzionare anche alcune questioni dottrinali della Chiesa e a sorpresa il Signor Jackson ha dato risposte parziali che potrebbero addirittura sembrare in contrasto con gli insegnamenti presentati all’interno delle pubblicazioni ufficiali del Movimento.

 

Tra i vari punti salienti dell’interrogatorio il signor Jackson ha dovuto riconoscere che il sistema per la gestione degli abusi all’interno della Chiesa deve essere migliorato e che l’indagine in corso non rappresenta in alcun modo un attacco alla fede dei Testimoni di Geova.

Come emerso dal colloquio, il problema non sta nella mancanza di informazione, bisogna difatti riconoscere che come rammentato più volte anche dai dirigenti del Movimento la Chiesa dei Testimoni di Geova ha pubblicato indicazioni specifiche su come proteggere i più piccoli dai predatori sessuali. Il vero problema, e ciò che la commissione stessa ha recriminato ai Testimoni di Geova è il comportamento adottato quando un abuso si è già verificato, ossia la tendenza ad affrontare la cosa internamente, con procedure e tecnicismi, come ad esempio l’incontro tra la vittima e l’abusante (o presunto tale) per formulare un’accusa formale e la necessità di almeno due testimoni per confermare l’accusa. E tutto questo solo per determinare se espellere o meno “il peccatore” dalla Congregazione. Alcune modifiche in tal senso sono state apportate nel 2012, e da allora se due abusati accusano la stessa persona di abuso (anche se riferiti ad episodi diversi) l’accusa congiunta può essere ritenuta valida. Tali disposizioni però non fanno alcun riferimento ad un’eventuale denuncia alle autorità locali.

Una situazione complessa quella dello scandalo pedofilia nei Testimoni di Geova australiani, che dopo il suo exploit in America (con pesanti condanne economiche pagate con le contribuzioni volontarie degli ignari Testimoni di Geova) e Gran Bretagna sembra destinato ad allargarsi a macchia d’olio anche in altri Paesi, dato che le disposizioni interne che arrivano dalla Sede Centrale americana sono poi diffuse a tutte le Filiali nel mondo.

I leader del Movimento ad eccezione dei vaghi riferimenti fatti in occasione delle trasmissioni sul proprio canale Web non hanno informato gli oltre 8 milioni di Testimoni di quanto sta accadendo.

 

Ci auguriamo che i Testimoni di Geova, una volta venuti a conoscenza di questa realtà siano disposti, magari la prossima volta che ci suoneranno il campanello, a fornire chiarimenti su questa incresciosa vicenda, evitando di liquidare la cosa in modo semplicistico definendola una diceria o una mezza verità, espressione che metterebbe in dubbio l’affidabilità del lavoro svolto dalla commissione australiana, dai numerosi tribunali americani e dalla documentazione ufficiale citata in questo articolo.

Questo serio problema che unisce molte confessioni religiose deve essere affrontato con onestà e grande apertura.

Auspichiamo che l’investigazione della commissione governativa australiana e quella di altri numerosi enti di tutto il mondo spinga realtà religiose come i Testimoni di Geova, e specie i leader del gruppo, a prendere atto del problema adottando una politica che miri in primis alla tutela e protezione di chi purtroppo ha subito un abuso, preoccupandosi di più della salvaguardia della vittima piuttosto che del buon nome di una Organizzazione.

Altra documentazione ufficiale può essere reperita qui: http://www.childabuseroyalcommission.gov.au/exhibits/636f01a5-50db-4b59-a35e-a24ae07fb0ad/case-study-29,-july-2015,-sydney

[ M. B. ]

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